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Il Beato Giovanni Clemente

Il Beato Giovanni Clemente ricucito col filo d'oro

Il Beato Giovanni Clemente ricucito col filo d’oro (1500)

La figura di F. Clemente è molto importante per questo Santuario. Ci viene presentato per primo.

La storia soprattutto lo ricorda per aver ricevuto dalla Madonna di Cacciapensieri il privilegio di aver cucita la ferita con un filo d’oro,
il capello di Maria, rimasto pendente al suo seno riparato.

Egli è il primo santo Frate che la storia ci presenta, il primo amante di Maria vissuto in santità di vita ai piedi della Vergine di Cacciapensieri


Lucia, Ruggiero e tanti altri avevano esperimentato la materna e celestiale protezione della Vergine, ma ancora non si erano sentiti strepitosi portenti operati dalla medesima.

Parve che la Vergine SS. avesse aspettato quivi l’arrivo dei figli di S. Francesco per farsi conoscere meglio sotto questo glorioso titolo di «Madonna di Cacciapensieri», ed il primo ad esperimentarne visibilmente il suo celeste patrocinio fu il B. Giovanni di Cammarata.

Nacque, detto Beato, in Cammarata nel secolo XIV, dalla famiglia Clemente.

Fin da giovinetto fu uomo di gran santità a tutti nota.

Chiamato, da Dio, a vita contemplativa, volle indossare l’abito serafico nel nostro Convento di S. Maria di Gesù.

Sin dal suo ingresso nell’Ordine dimostrossi vero osservatore dei suoi religiosi doveri: il giorno nei lavori dove lo destinava l’ubbidienza; la notte in sante meditazioni e preghiere avanti la Vergine SS.

L’amore di F. Giovanni verso la sua celeste Madre si accresceva di giorno in giorno.

Questo, mentre era di gioia paradisiaca al suo filiale cuore, mentre era graditissimo alla Vergine, era pure tormento insopportabile al demonio, il quale cercava in tutti i modi di distogliere F. Giovanni dall’amore verso la celeste sua Genitrice.

Le tentazioni, le insidie erano incessanti e quando Satana si accorse che F. Giovanni era tetragono alle sue lotte, allora si accinse all’ultimo assalto decisivo.

Era notte profonda; i Religiosi riposavano dolcemente nelle loro stanzette, regnava dapertutto un silenzio sepolcrale; ma F. Giovanni era là avanti la Vergine SS. in estatico trattenimento, circondato da serafiche consolazioni largitegli dalla tenera Celeste Madre.

Mentre F. Giovanni era trattenuto in celestiali materni carismi, Satana gli fremeva attorno «Quaerens quem devoret».

Scroscio di catene, ruggiti assordanti di leone, tanfo mai sentito si avvertono dentro il tempio attorno al santo Religioso.

Satana gli corre intorno mostrandoglisi in varie forme orribili e spaventevoli, cercando a qualunque costo di distrarlo dal celestiale trattenimento.

Fra Giovanni non paventa, anzi maggiormente si affida alla sua celeste Consolatrice.

Satana si vede scornato; rincalza il suo attacco e peivaso d’infernale ferocia, assume forme di rabbioso toro, gli corre attorno e quando crede propizio l’assalto, con un colpo di corno gli spacca il seno e credendosi vittorioso, sbuffando, sen fugge.

Quando il santo Religioso sentì il colpo, vide i suoi intestini sporgenti dalla ferita, il sangue colante, rivoltosi alla Vergine, che intensamente amava, alla medesima consegnò la vita sua.

Fu allora che la Madonna, deposto il S. Bambino nell’altare, scese a consolare il suo amato Giovanni, rimette a posto e intestini e ferita e con un capello del suo Santo capo ne cuce la ferita lasciandone pendente l’estremo capo del capello


(P. La Pilusa, pp. 106-107).


 
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