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L'Assunzione
di Maria: il 15 agosto è
la principale festa del Santuario.
Viene
preparata con un mese di preghiere dal 5 luglio al 6 agosto,
poi da nove giorni di predicazione e celebrazioni.
Il giorno
dell'Assunta si può lucrare l'indulgenza plenaria.

(Corteo per la festa del Majo)
Un'altra celebrazione è quella del 1
maggio, FESTA DEL MAJO.
Al Santuario
vengono offerti tre rami fronzuti dal sindaco di Nocera Superiore,
da quello di Roccapiemonte e dal Priore della Confraternita
del SS. Rosario. Per la celebrazione si preparano cortei storici
che percorrono le vie dei due comuni. Vi prendono parte ufficialmente
autorità religiose, civili e militari.
Dell'organizzazione
si prende cura l'associazione "II
Cortile dei Tigli".
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ANTICA FESTA DEL MAJO
A MATERDOMINI DI NOCERA
Origini, significato,
svolgimento
Testo
di Raffaele Pucci
Gli antichi steccati
tra i popoli europei cadono di giorno in giorno, ed essi si
avviano a formare un solo mondo in cui tutti abbiano gli stessi
diritti, libertà ed opportunità, ma esso non può
e non deve annullare le diversità che sono la ricchezza
del nostro continente, e invece armonizzarle tra loro.
Da ciò l'obbligo morale di preservare il patrimonio del
passato delle nostre piccole patrie, senza relegarlo negli scaffali
delle biblioteche, o lasciarlo scomparire giorno a giorno con
le generazioni che ne erano custodi, ma facendone un lievito
per la vita presente.
L'Associazione "Il Cortile dei Tigli",
della quale è stata Fondatrice
ed è Presidente la Signora Avv. Anna Sellitto,
si muove in questa prospettiva. Essa prende il nome dai grandi
e antichi tigli che attorniavano il sacrato della Basilica di
S. Maria Materdomini, e, ponendosi come mediatrice tra l'ieri
e l'oggi, mira a far conoscere e ad amare quei luoghi che sono
"nostri" nel senso più pieno, prendendo coscienza
di ciò che ha significato per le passate generazioni
e di ciò che ancora possono dire a quelle del domani.
Rigorosamente volontaria e senza fini di lucro, l'Associazione
"Il Cortile dei Tigli" vuole coinvolgere in un comune
sentimento di appartenenza non solo i singoli cittadini d'ogni
età e condizione, ma le Istituzioni, le Scuole, le Parrocchie,
le Comunità religiose, le altre Associazioni, attraverso
manifestazioni che siano espressone della tradizione e che contribuiscano
anche alla crescita sociale, culturale e, perché no?,
economica delle nostre terre.
La festa del Majo vuole riproporre in termini spettacolari e
moderni, ma salvaguardandone il significato religioso, un rito
che per secoli si è svolto nel Santuario Materdomini
il primo giorno di maggio. Ne abbiamo una descrizione abbastanza
dettagliata in un manoscritto anonimo del 1758.
Il mattino del 1° maggio si portavano al Tempio della Materdomini
tre rami adorni di fiori, uno offerto dagli abitanti della Rocca,
un altro da quelli del casale di Malloni d Nocera Corpo, un
terzo dai monaci e dall'Abate, cui, alla fine del '700, si sostituì
la Confraternita del SS. Rosario.
Il corteo dei Maj era preceduto dai sindaci di Rocca e Nocera
Corpo e scortato dai soldati fino al sagrato del Santuario,
dove i partecipanti entravano per ascoltare la Messa solenne.
Al termine essi, coi monaci e l'Abate si portavano processionalmente
fuori della Basilica, ove attendevano i portatori dei Maj.
Il primo a presentarlo era il sindaco di Rocca Monasterio, o
di tutta la Rocca nei tempi in cui costituiva una sola Università,
veniva poi un gentiluomo di Malloni, più tardi sostituito
da uno dei vassalli più autorevoli tra i vassalli del
Monastero., ultimo era un monaco o un confratello del Rosario.
Tutti rientravano poi salmodiando in chiesa dove veniva esposto
il SS. Sacramento e si intonava il Te Deum. La cerimonia si
concludeva con la benedizione eucaristica impartita dall'Abate.
La rivisitazione odierna della festa unisce il rispetto della
tradizione con una ricapitolazione suggestiva della vita del
territorio nei secoli.
Il 1° maggio di ogni anno, uno sfarzoso corteo storico,
muovendo per le strade di Nocera Superiore, dal Battistero paleocrisiano
di S. Maria Maggiore si porta al Santuario per la solenne offerta
dei Maj.
Accanto a questi
simboli degli antichi riti primaverili della fecondità,
i personaggi rievocano altri episodi della vita dell'Agro, come
la venuta del papa Niccolò II o l'omaggio feudale prestato
all'Abate dai suoi vassalli.
La manifestazione
richiama ogni anno folle crescenti, per l'interesse che riveste
non solo sotto l'aspetto storico, ma anche per quello religioso,
artistico, culturale e folcloristico.
Rappresenta per tutti un momento felice di aggregazione sociale
e per i cittadini dell'Agro è un forte impulso al rafforzamento
della propria identità di oggi, che è premessa
di quella di domani.
Questo successo ci dà la forza di continuare a superare
le tante difficoltà che si presentano.
Prima tra tutte la carenza di mezzi che è anche frutto
della scelta fatta di totale autonomia dell'Associazione.
Ci incoraggia poi ad andare oltre, la decisione di poter abbinare
alla festa del Majo, una rivisitazione dell'antica Fiera che
fin dal Medio Evo si svolgeva dal primo all'otto maggio nel
cortile dei tigli.
Rivivranno così gli scenari e l'atmosfera di un tempo,
le voci, le attrattive, i sapori, i colori, i suoni, i rumori
della Fiera di allora.
Oggi essi non sono più vivi, sovrastati, anche nelle
feste popolaresche, dalle luci e dai frastuoni moderni; ma c'era
in essi molto di buono e spensierato e rasserenante, e vale
la pena, per una volta all'anno, di farli rinascere.
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